In linea di massima, gli operatori scorta addetti alla protezione del vip precedono, affiancano e seguono lo scortato, in base al loro numero, formazioni diverse per altrettanti diversi dispositivi di sicurezza.
Dove la disponibilità di personale è numericamente consistente (ma questo accade raramente e in modo sporadico) è possibile prevedere un’articolazione dell’unità operativa in due anelli di protezione:
1. Gruppo di difesa vicino ad immediato contatto con il protetto (primo anello di protezione); (…)
2. Gruppo di riserva che si muove a distanza (secondo anello di protezione), pronto ad entrare in azione dove si necessita del suo intervento.
(…) Il personale addetto alla protezione del vip dovrà obbligatoriamente allontanare gli individui che provvederanno ad ostacolarli durante lo spostamento e, in particolare, se cercheranno di inserirsi nella formazione o superarla. Più violento e repentino sarà tale tentativo, tanto eguale e proporzionata sarà la reazione nel respingerlo. Altrettanto avverrà durante gli spostamenti in autovettura, poiché gli autisti dei veicoli di scorta, personale ben addestrato alla guida di disimpegno e di sicurezza, e di quelli scortati, impediranno in qualsiasi modo, anche speronando, che altri veicoli possano inserirsi tra dette autovetture o riescano ad affiancarsi a quella della personalità.
In ogni caso è bene precisare che non verranno mai adottate metodologie gratuitamente violente ma, anche se ciò a volte sembrare, in realtà non lo è, in quanto l’elemento di disturbo, che nel nostro caso è “colui che tenta l’assalto”, verrà respinto con il medesimo vigore da lui stesso utilizzato nel tentativo di violare l’anello di protezione.
Estratto dal manuale “Tecniche di protezione – scorta e sicurezza”