Cosa non si farebbe per amore. Anche se non corrisposti. Perfino le scarpe al proprio datore di lavoro, letteralmente. Nell’arco di due anni un dipendente infedele si era impossessato di 420 chili d’argento, grammo più, grammo meno, infilandoselo dentro alle scarpe. Tutto metallo prezioso trafugato giorno dopo giorno come una formichina nella ditta in cui lavorava. Al ritmo serrato di 3 kg per volta. E con il denaro ricavato dalla vendita corteggiava, senza troppo successo, una ragazza del night.
Il meccanismo era semplice. Il dipendente infedele infatti aveva comprato un paio di scarpe di due numeri sopra il suo. Ed è qui che infilava scarti di collane e pezzetti di argento. L’operaio stava rubando da circa due anni e stando ai suoi calcoli e ai riscontri dell’azienda, si era impossessato di circa 420 kg di materiale prezioso. Da quanto dichiarato, veniva stabilito un danno commerciale di circa 450mila euro, anche se il ladro aveva ricavato da tutta l’operazione di vendita dell’argento sottratto, soltanto 110mila euro e spiccioli.
Ad accorgersi della truffa i titolari di una nota ditta orafa aretina, che si sono rivolti all’agenzia investigativa Ombra perché insospettivi dagli evidenti ammanchi di grossi quantitativi di argento. Ma una volta scoperti i furti, i proprietari dell’azienda non riuscivano a capire in che modo il dipendente riuscisse a far uscire il metallo prezioso dalla ditta.
Così gli 007 hanno installato all’interno dell’area di lavorazione, delle microcamere in alta definizione capaci di monitorare, con un nuovo sistema americano di rilevamento, la zona interessata. Dopo un’approfondita indagine, è stato così individuato il responsabile dei furti, il modus operandi, come veniva trafugato l’argento dalla zona di lavorazione, la tecnica usata per eludere i controlli all’uscita e pure il ricettatore che acquistava il metallo prezioso trafugato.
Mentre il dipendente infedele era impegnato nel proprio turno lavorativo infatti, attendeva il momento giusto per togliersi una scarpa, risultata poi di ben 2 taglie sopra la sua normale misura, e con rapidità ci inseriva dentro gli scarti di collane in argento. E poi riprendeva tranquillamente la sua normale attività lavorativa. Un’operazione che veniva ripetuta varie volte fino al riempimento dell’altra scarpa.
E ogni volta che effettuava questa operazione, il dipendente riusciva a trafugare circa 3 chili del prezioso metallo. Queste operazioni di prelievo, si ripetevano sistematicamente per 3 volte a settimana.
Una volta fuori dall’azienda, l’operaio entrava regolarmente in un noto negozio di Compro-oro della città dove il metallo rubato veniva ricettato. Grazie ai pedinamenti a vista fatti al ladro, e grazie all’aiuto di un particolare apparato di tracciamento satellitare di fabbricazione e tecnologia estera e non ancora presente nel mercato europeo, gli investigatori dell’agenzia Ombra sono riusciti a localizzare e identificare a chi venivano vendute queste grandi quantità di metallo prezioso sottratto alla ditta.
L’operaio stava rubando da circa due anni e stando ai riscontri dell’azienda, si sarebbe impossessato di oltre 400 chili di materiale prezioso.
Da quanto dichiarato, veniva stabilito un danno commerciale di circa 450mila euro, anche se il ladro aveva ricavato da tutta l’operazione di vendita dell’argento sottratto, soltanto110mila euro.
Ma in questa storia c’è anche un risvolto sentimentale. L’operaio infatti era diventato ladro per amore. Il denaro ricavato settimanalmente gli serviva infatti per frequentare night della zona e portare fuori una ragazza in particolare di cui si era profondamente invaghito, senza peraltro essere corrisposto.
Un amore che gli costava caro, visto che l’uomo pagava ogni volta 360 euro al titolare del locale, per permettere alla ragazza di uscire con lui.
Il dipendente infedele è stato denunciato per furto aggravato e allontanato dalla ditta mentre le autorità di Polizia hanno proceduto alle contestazioni penali al ladro e al ricettatore.
http://www.lanazione.it/arezzo/argento-furto-scarpe-ombra-1.573032